Circolare 8/2022
Il periodo che stiamo vivendo, tra inflazione e aumenti dei costi delle materie prime, impone alle imprese una rivisitazione degli obiettivi, operazione che richiede anche un’attenta analisi delle voci di costo e delle prospettive future riferite all’andamento dei ricavi[1].
L’analisi dei costi dovrebbe essere fatta partendo da una suddivisione degli stessi tra “fissi” e “variabili”: i primi si mantengono stabili, quantomeno entro determinati limiti, in caso di aumento o diminuzione dei ricavi, mentre quelli variabili sono legati all’andamento dei ricavi stessi. In ogni caso, l’analisi dei costi, in particolare di quelli variabili, deve tenere conto della variabile riferita ai “ricavi”.
In via generale, esempi di costi fissi sono lavoro indiretto, ammortamenti, costi generali e costi industriali: questi restano fissi, entro certi limiti, indipendentemente dal volume dei ricavi.
I costi variabili, invece, sono quelli relativi a materiali, lavoro diretto, lavorazioni di terzi, trasporti, energia elettrica, gas: questi costi dipendono direttamente dall’ammontare dei ricavi.
Così come è importante confrontare le singole voci di costo negli ultimi tre esercizi in modo da comprendere le variazioni (es. costi per materie prime 2020, 2021 e 2022 al 30.09 e rapportarle ai ricavi del medesimo periodo): solo così è possibile comprendere le variazioni e poter intervenire ove necessario.
Ogni impresa ha una composizione di costi diversa da un’altra: in alcune prevalgono i costi fissi, mentre in altre quelli variabili, con effetti diversi nel caso di incremento/diminuzione dei ricavi. Pertanto la risposta dell’impresa all’aumento dei costi in rapporto all’andamento dei ricavi può essere diversa a seconda della composizione degli stessi e ovviamente della possibilità di riflettere l’aumento sui ricavi, ovvero sulla clientela. Per completezza si deve anche tenere conto che la suddivisione dei costi tra fissi e variabili non è sempre netta perché ci sono alcuni costi che si possono definire “semivariabili” o “misti” in quanto possono variare entro certi limiti e non proporzionalmente e direttamente al variare della produzione: questo può accadere in presenza di elevati incrementi della stessa (potrebbe essere il caso dell’energia il cui costo ha alcune componenti fisse). In questi casi, se l’effetto è rilevante, potrebbe essere necessario suddividere le due componenti che compongono il costo.
Un’impresa con una composizione di costi nella quale prevalgono quelli variabili risponde in modo differente alla variazione dei ricavi rispetto a un’altra nella quale prevalgono i costi fissi: quest’ultima è avvantaggiata maggiormente all’aumentare dei ricavi, perché riesce a “spalmare” meglio i suoi costi fissi, mentre è penalizzata in caso di diminuzione degli stessi, perché non riesce a ridurre parimenti i costi (fissi). Indice di elasticità aziendale
Questo concetto si traduce nell’indice di “elasticità aziendale”, dato dal rapporto costi variabili/costi fissi calcolati in rapporto ai ricavi. Il rapporto esprime numericamente il comportamento e la flessibilità dell’impresa al variare dei ricavi: nei periodi di crisi e nel caso di flessione dei ricavi è tanto più vantaggioso quanto più si discosta dall’unità.
Estremizzando, l’impresa che ha soltanto costi variabili potrebbe non lavorare senza perdere, mentre un’altra che ha tutti costi fissi è obbligata ad avere ricavi, pena una perdita pari agli interi costi non assorbiti.
Queste considerazioni, qui ovviamente semplificate, se adattate alle singole diverse realtà aziendali, possono aiutare nelle scelte operative dell’impresa: così nei rapporti con fornitori, clienti e nelle strategie operative e commerciali.
[1] Alcune imprese possono aver stipulato in precedenza contratti di vendita a prezzo fisso che comportano una perdita perché l’aumento dei costi di acquisto delle materie prime è superiore ai ricavi: in questi casi il bilancio 2022 deve tenerne conto mediante la rilevazione di un accantonamento al Fondo per contratti onerosi come prevedono, in base ai principi generali, Codice civile e principi contabili (Oic 31).