Circolare 3/2023
I datori di lavoro del settore privato, che ottengono la certificazione della parità di genere, possono beneficiare di un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali pari all’1% nel limite massimo di 50.000 euro annui. Il Ministero del Lavoro, con il decreto del 20 ottobre 2020, ha definito i criteri e le modalità per la presentazione della domanda, da effettuare esclusivamente in via telematica all’INPS. Il possesso della certificazione può, inoltre, comportare un punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato e finanziamenti pubblici.
Come ottenere la certificazione
Le organizzazioni devono rivolgersi a un ente di certificazione terzo e indipendente accreditato presso ACCREDIA. La certificazione impone di intervenire sul fronte dell’occupazione femminile per evitare ogni possibile discriminazione legata al genere. Le imprese dovranno dimostrare di adottare misure concrete per ridurre il divario di genere rispetto alle opportunità di crescita, alla parità salariale e alla tutela della maternità.
Domanda e misura dell’esonero contributivo
Una volta ottenuta la certificazione, poter usufruire degli esoneri contributivi, le aziende dovranno presentare esclusivamente per via telematica, apposita domanda all’INPS, secondo le istruzioni che saranno rese disponibili dal medesimo Istituto. Speriamo sul punto di non dover attendere a lungo perché evidentemente ciò frena le iniziative di quelle imprese interessate ad aderire all’iniziativa.
La domanda dovrà contenere:
➢ i dati identificativi dell’azienda;
➢ la retribuzione media mensile stimata relativa al periodo di validità della certificazione;
➢ l’aliquota media dei contributi relativa al periodo di spettanza dell’agevolazione, oltre la forza media aziendale stimata.
Andrà poi autocertificato il possesso della certificazione di parità di genere con la relativa durata di validità e l’assenza di provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi adottati dall’Ispettorato nazionale del lavoro. La richiesta di contributo varrà per tutto il periodo di mantenimento della certificazione ed in caso le risorse risultino insufficienti per coprire tutte le domande complessivamente ammissibili, il beneficio verrà riconosciuto proporzionalmente ridotto.
L’INPS autorizza i datori di lavoro alla fruizione dell’esonero nella misura dell’1% del versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di 50.000 euro annui, salvo la riduzione in caso di risorse insufficienti a coprire le richieste. Il beneficio, parametrato su base mensile, è fruito dai datori di lavoro in riduzione dei contributi previdenziali a loro carico e in relazione alle mensilità di validità della certificazione della parità di genere.
Certificazione e sistema premiale
In attesa della circolare INPS, si può dire che iniziano a prender forma le agevolazioni previste per le aziende che ottengono la certificazione sulla parità di genere, poiché è importante evidenziare che lo sgravio contributivo è solo uno dei vantaggi che la certificazione determina.
La certificazione, una volta ottenuta, consente alle imprese di beneficiare di un sistema premiale piuttosto innovativo nel nostro panorama legislativo, accessibile a qualsiasi datore di lavoro, indipendentemente dalle dimensioni e dalle soglie di organico. Si elencano di seguito gli ulteriori benefici previsti:
➢ un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti;
➢ consente una riduzione del 30% della garanzia fideiussoria per la partecipazione a gare pubbliche;
➢ consente di acquisire un miglior posizionamento in graduatoria nei bandi di gara relativi a servizi e forniture.
La certificazione poi ha importanti ricadute in termini di brand reputation visto che si pone pienamente nel solco dei criteri ESG oggi così importanti per la qualificazione delle organizzazioni agli occhi degli stakeholders.